La seconda caratteristica fondamentale della nuova economia è infatti quella della condivisione di beni e servizi, o sharing economy. Croce e delizia dei giorni nostri si è spostata dal prestito del trapano tra vicini all’affitto dei laboratori di ricerca in giro per il mondo passando per auto, case, pasti, vestiti, cibo, ecc.
Si tratta di una realtà che si presenta con due chiavi di lettura opposte.
Se la consideriamo guardando il lato parzialmente positivo della medaglia si tratta di una realtà articolata e con storie di successo a livello mondiale nei confronti della quale si può correttamente osservare una forza liberatrice dall’effetto universale che entra in rotta di collisione con modelli economici consolidati infrangendo regole e normative, e pure leggi, ma sicuramente aprendo le porte aa un uso intelligente delle risorse disponibili, una sorta di social economy. La condivisione di beni dei servizi e del tempo delle persone può apparire come una sorta di mondo perfetto.
La componente parialmente positiva consiste nella ricaduta che ha sui tessuti produttivi esistenti. L’effetto di società come airB&B sulle forme di ospitalità tradizionale o di Uber su quelle del trasporto privato regolamentato è ormai ampiamente dibattuto e ha avuto risposte che vanno dalle macchina rovesciate a Parigi alle leggi ad hoc in diversi paesi del mondo.
La Sharing Economy ha un padre putativo, ancora oggi in attività, che è uno dei figli forse meno noti di Amazon ma con un obiettivo che più chiaro non potrebbe essere.
I settori interessati riguardano però tutte le funzioni; da quelle manuali
a quelle creative
Se invece la consideriamo guardando il lato parzialmente negativo della medaglia si tratta di una realtà che rappresenta e moltiplica l’effetto di provvisorietà e di precarietà lavorativa. La medesima libertà che permette ad un creativo di girare il mondo e di mantenersi utilizzando uno dei servizi che lo mettono in collegamento via rete con tutti i clienti del mondo si può trasformare in una sorta di condanna in grado di ridare significato ad un filosofo economista come Karl Marx che non ne avrà azzecate molte ma sull’accumulo del capitale avrebbe da dire qualcosa anche oggi.